VITO LUCIANO
Avo materno di don Alejandro Gastón Jantus Lordi de Sobremonte, don Vito Luciano Lordi Maggiore si distinse nel Regno d'Italia ed in Africa Orientale durante la Seconda Guerra Mondiale ottenendo una Croce al Merito di Guerra, per poi trasferirsi in Argentina nel dopoguerra.
Don Vito Luciano.
rofondamente cattolico e particolarmente devoto alla Santissima Vergine Maria, don Vito Luciano Lordi Maggiore si distinse nel Regno d'Italia ed in Africa Orientale durante la Seconda Guerra Mondiale ottenendo una Croce al Merito di Guerra, per poi trasferirsi in Argentina nel dopoguerra.
Le radici genealogiche della Sua Famiglia, il cui cognome viene indistintamente riportato come Lordi e/o Lordo e/o Luordo, riferito alla medesima persona anche nell’ambito di un medesimo documento, sono anch’esse molto antiche e risalgono a tempi immemorabili.
Nel XV secolo vi sono documenti relativi a don Dominicus de Lordo (1467), ufficiale di nomina regia con poteri amministrativi e giudiziari nella circoscrizione territoriale di San Gregorio Magno, nell’attuale provincia di Salerno.
Tra gli antenati di don Vito Luciano Lordi Maggiore figura anche don Natale Luordo, nato il 1 dicembre 1587 a San Gregorio Magno e morto il 25 agosto 1663 a Buccino, conosciuta anche come antica Volcei, comune della provincia di Salerno in Campania che fu anche città natale di don Vito Luciano.
Della medesima Famiglia, il Magnifico Giuseppe Lordi (1666-1719) fu un illustrissimo medico, suo fratello cadde in Sardegna al servizio del Re e suo figlio, il Magnifico Decio Lordi (1701-1775), fu creato Cavaliere dell’Ordine della Milizia Aurata meglio conosciuto con il nome di Ordine dello Speron d'Oro, l’ordine cavalleresco pontificio più importante dopo l’Ordine Supremo del Cristo.
Oggi riservato ai rettori delle università italiane, il titolo di «magnifico» era a quei tempi attribuito a principi, magistrati, notai e medici.
Poi ancora il Magnifico Giacomo Luordo (1773) fu un illustrissimo notaio, fratello del Magnifico Arcangelo Lordi (1754) ed entrambi figli del Magnifico Domenico Gregorio Lordi (1725) che a sua volta fu figlio del Magnifico Carlo Lordi (1684).
Un suo discendente, don Francesco Domenico Lordi, nel 1830 acquistò da Bernualdo III Orsini, esponente di una tra le più antiche famiglie principesche papali dell'aristocrazia romana, il castello longobardo di Muro Lucano, eretto nella seconda metà del IX secolo con la finalità di presidiare i confini settentrionali del novello Ducato di Salerno.
Diversi furono poi i Lordi creati cavalieri nei secoli XIX e XX durante il Regno d’Italia.
Tra i Lordi ci furono anche due eroi della Patria: il Generale Roberto Lordi (1894-1944), martire delle Fosse Ardeatine e Medaglia d’Oro al Valor Militare, ed il Capitano Renato Lordi (1894-1936) morto in azione in Africa Orientale ed anch’egli Medaglia d’Oro al Valor Militare.
Per il Generale di Brigata Aerea Roberto Lordi, membro del Fronte Militare Clandestino al comando del Colonnello Marchese Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, la motivazione della Medaglia al Valore fu la seguente: «Dedicatosi senza alcuna ambizione personale e per purissimo amor di Patria all’attività partigiana, vi profondeva, durante quattro mesi di infaticabile e rischiosissima opera, tutte le sue eccezionali doti di coraggio, di intelligenza e di capacità organizzativa, alimentando di uomini e di rifornimenti le bande armate, sottraendo armi ed esplosivi destinati ai tedeschi, fornendo utili informazioni al Comando alleato, sempre con gravissimo rischio personale. Arrestato e lungamente torturato, nulla rivelò circa i propri collaboratori e la propria attività ed affrontò serenamente la morte. Esempio nobilissimo di completa e disinteressata dedizione alla causa della libertà del proprio Paese».
Per il Capitano Renato Lordi, capitano in servizio permanente effettivo presso il VI Battaglione Arabo-Somalo, la motivazione della Medaglia al Valore fu la seguente: «Comandante di una compagnia indigeni, conscio che dall'azione di essa dipendeva il progresso del proprio battaglione duramente impegnato, guidava personalmente i suoi ascari all'attacco di trinceramenti nemici potentemente muniti, conquistandoli. Poi, di sua iniziativa, incurante del pericolo, si slanciava all'assalto di altra e più forte posizione nemica, alla testa della sua compagnia. Colpito a morte, volle rimanere sul posto per incitare i suoi ascari ad avanzare e, prima di morire, raccogliendo tutte le sue forze, invocava la vittoria, rammaricandosi di non poterla cogliere alla testa della sua compagnia. Mirabile esempio di consapevole tenace ardimento e di generosa abnegazione».
Tra i Lordi vi fu anche un parlamentare: il deputato Achille Lordi, nato a New York (Stati Uniti d’America) il 3 ottobre 1911, che dopo avere conseguito la Laurea in Giurisprudenza tornò in Italia e venne eletto all’Assemblea Costituente (1945-1946).
E poi, in tempi ancora più recenti, fu donna Emilia Lordi-Jantus de Sobremonte, a portare lustro alla Famiglia quale funzionaria con status diplomatico dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) e del Programma Alimentare Mondiale (WFP) e quale fondatrice, nel 1978, della World Organization for International Relations (WOIR), di cui è stata presidente e segretario generale.
Psicotecnica, specializzata in Psicologia Sociale, Direttore del Dipartimento di Psicologia Sociale dell’International Center for Social Research, giornalista “full member” della Society of Professional Journalists con sede a Indianapolis, vicedirettore del Notiziario CNN e di World and Pleasure International Magazine, in considerazione della sua figura morale, delle sue particolari benemerenze e dell'impegno nel perseguire finalità umanitarie e filantropiche, donna Emilia Lordi-Jantus de Sobremonte è stata insignita del titolo di Dama dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, ricevendo la prestigiosa onorificenza da S.A.R. il Principe Vittorio Emanuele di Savoia, Capo della Real Casa d’Italia.
In riconoscimento degli oltre 40 anni di attività al servizio del prossimo, donna Emilia Lordi-Jantus de Sobremonte ha inoltre ricevuto la Medaglia d’Oro (Grand Or) della Federazione Francese del Volontariato (Fédération Française du Bénévolat Associatif) e «per le sue varie ed importanti benemerenze sociali ed accademiche» è stata nominata Accademico Benemerito della Real Academia Sancti Ambrosii Martyris, patrocinata da S.A.R. Dom Duarte di Bragança, Capo della Casa Reale di Portogallo.